Il 2025 ha visto la nascita del Trofeo Sperimentale Mounted Games, un progetto pensato per ampliare le opportunità competitive sul territorio nazionale e favorire la partecipazione delle regioni del centro-sud. Questo primo anno del trofeo si concluderà questo fine settimana ad Arezzo, dove sono attesi circa 240 binomi tra Mounted Games e Club.
Silvia Stevan, referente federale delle discipline ludiche, ci ha spiegato che l’idea del trofeo nasce da una necessità concreta: «L’obiettivo era dare anche al centro-sud la possibilità di partecipare a gare di un certo livello. Il progetto prevedeva due tappe al nord e due al sud, con finale al centro (Arezzo). Quest’anno non siamo riusciti a rispettare completamente lo schema (non riuscendo a spingerci più i là di Montefalco e Roma per le tappe del sud) ma l’intento resta quello di offrire maggiori occasioni di confronto alle regioni meridionali».
Il trofeo ha inoltre inglobato l’esperienza del precedente Trofeo dei Tre Mari, un circuito dedicato proprio al sud e al centro-sud per le categorie Club. «Molte realtà soffrivano la mancanza di appuntamenti strutturati, spiega Stevan, così abbiamo avviato questo progetto sperimentale. La risposta è stata molto positiva».
Nonostante le difficoltà organizzative, le tappe sono riuscite comunque a coinvolgere località più accessibili per i partecipanti del sud: «Le tappe più meridionali sono state Le Lame e Roma. Per regioni come la Puglia è stato un grande passo avanti: fino all’anno scorso i centri più vicini erano in Toscana, ora hanno avuto due appuntamenti decisamente più raggiungibili».
La criticità principale resta la disponibilità di strutture adeguate, soprattutto per un format articolato su due giornate: «Servono due campi gara e due campi prova, tutti di dimensioni adeguate, almeno 90 metri. Non sono molti i centri che possono offrire questo tipo di infrastruttura».
Dal punto di vista della partecipazione, il coinvolgimento del sud è cresciuto sensibilmente: Sicilia, Puglia e Campania hanno preso parte al circuito con continuità. «Il trofeo è stato pensato proprio per favorire lo sviluppo dei Mounted Games in queste regioni e offrire occasioni di confronto che prima mancavano. In particolare, alcune zone faticavano persino a organizzare giornate “open” per la scarsità di numeri, mentre quest’anno la presenza è stata costante.»
«Il questa prima edizione il Club non è stato molto gettonato, mentre i partecipanti ai Mounted Games sono stati numerosi. C’è ancora da lavorare, ma la direzione è positiva».
Guardando al futuro, l’intenzione è quella di coinvolgere comitati organizzatori ancora più a sud, anche se la questione strutturale rimane il principale limite: «Non è facile trovare campi idonei. Quest’anno si è proposto l’Equihome di Roma, che ha recentemente rinnovato le sue infrastrutture garantendo un ambiente adeguato alle esigenze della disciplina».
Il 2025 ha inoltre portato risultati sportivi di rilievo: «Ai Mondiali abbiamo conquistato delle medaglie e a La Mott (FRA), dove si svolge una manifestazione internazionale di alto livello, l’Italia si è piazzata subito dopo la Francia, che è la nazione di riferimento.»
Infine, un dato importante riguarda la sicurezza in campo: «La familiarità con il pony contribuisce molto alla sicurezza. Ai Campionati Italiani, in quattro giorni di gare su due campi non è stato mai necessario l’intervento del medico: questo è un segnale importante.».
«È stata una stagione molto positiva, conclude Stevan, e il Trofeo Sperimentale ha dimostrato che investire sull’inclusione territoriale e sullo sviluppo delle discipline può dare risultati concreti. Ora l’obiettivo è migliorare ancora».
























